“Piedi sani, passi sicuri: il diabete si previene dal basso”
Il Piede Diabetico: conoscerlo per evitarlo
1. Epidemiologia – Quanti siamo?
In Italia circa il 5-7% della popolazione ha il diabete.
Tra questi, 1 persona su 4 rischia di avere un problema al piede nel corso della vita.
Il piede diabetico è ancora oggi la principale causa di amputazione non traumatica.
Non voglio spaventarvi … ma ricordare che la prevenzione vale più di mille medicine.
2. Ma i nostri piedi sono forti o fragili?
Ogni piede ha 26 ossa; se siamo in piedi in modo simmetrico, ogni piede porta circa la metà: 70 ÷ 2 = 35 kg per piede. Quando si cammina, per un breve istante un solo piede sostiene quasi tutto il peso del corpo (fase di appoggio singolo): quindi ~70 kg su quel piede.
I movimenti aumentano le forze: il suolo “spinge” contro il piede (forza di reazione al suolo) e questo può essere superiore al solo peso corporeo.
- Camminando: il picco verticale può arrivare a ≈ 1,1–1,2 volte il peso corporeo.
- Correndo: i picchi sono molto più alti, tipicamente ≈ 2,5–3 volte il peso corporeo.
Morale della favola
Per una persona di 70 kg, in corsa il singolo piede può subire picchi pari a circa 175–210 kg per frazioni di secondo.
Le nostre 52 ossa sono piccole ma lavorano tanto: ci portano tutto il giorno.
Anche se pesate solo 70 kg, in movimento ciascun passo può equivalere a centinaia di kg di ‘spinta’ sui punti di appoggio per brevissimi istanti.
I calli o duroni nascono quando questo peso enorme non è distribuito uniformemente su tutta la superficie di appoggio del piede; magari per scarpe scomode o per deformità del piede; pensate a quei poveri ossicini che devono sopportare in fase dinamica centinaia di chili di peso!!!!!!!!!!!!!! Sono troppo forti
3. Clinica – Che succede al piede?
Il piede diabetico nasce da tre ingredienti “pericolosi”: preciso che queste complicanze compaiono solo in persone che non hanno cura del proprio diabete (non fanno controlli e non tengono controllate le glicemie) e che non sono particolarmente attente all’ igiene della parte più distante dalla nostra vista che è il piede.
- Neuropatia: i nervi non trasmettono bene il dolore → ci si fa male e non ce ne si accorge. (È come avere un campanello rotto: il postino suona, ma tu non senti niente). Compare dopo anni di diabete specie se mal controllato
- Arteriopatia: i vasi portano meno sangue → le ferite non guariscono. In questi casi giocano a sfavore anche il fumo di sigaretta, l’ipertensione ed i valori di colesterolo elevati non ben controllati
- Infezione: un piccolo taglietto diventa una porta d’ingresso per batteri.
Risultato: calli, ulcere, infezioni… e se non curate bene → conseguenze anche serie.
Ma come riconosciamo i sintomi che ci impongono una massima attenzione ai nostri piedi?
a. Neuropatia diabetica – “il campanello rotto”
- I nervi che dovrebbero segnalare il dolore non funzionano bene.
- Si possono avere due situazioni opposte:
- Niente dolore: ci si taglia, si forma una vescica… ma non si sente nulla.
- Dolore strano: bruciore, formicolii, punture di spillo, sensazione di “piede caldo o ghiacciato” anche senza motivo.
👉 È un dolore fastidioso, continuo, spesso notturno. Non cambia molto se cammini o se stai fermo.
b. Arteriopatia diabetica – “il rubinetto chiuso”
- I vasi portano meno sangue → il piede soffre di mancanza di ossigeno.
- Qui il dolore è tipico:
- Compare quando cammini dopo un po’ di passi → devi fermarti, poi passa (claudicatio).
- Nei casi gravi, il dolore c’è anche da fermo, soprattutto di notte, costringe a tenere il piede fuori dal letto o a penzoloni (perché così il sangue scende meglio).
👉 È un dolore meccanico, da sforzo o da mancanza di sangue, non un bruciore “nervoso”.
c. Dolore osseo/articolare (non diabetico) – “la ruggine delle giunture”
- Classico dell’artrosi:
- Dolore quando muovi l’articolazione (es. alluce, caviglia).
- Migliora con il riposo.
- Non dà formicolii né sensazioni strane, ma rigidità e dolore localizzato in un punto preciso.
d. Differenza fra dolore neuropatico “normale” e quello del diabetico
- Anche chi non ha il diabete può avere dolori neuropatici (es. sciatica).
- La differenza nel diabete è che:
- Il dolore non ha una causa esterna chiara (nessuna ernia o schiacciamento del nervo).
- È spesso simmetrico (colpisce entrambi i piedi).
- Si associa a ridotta sensibilità: puoi non sentire un sassolino nella scarpa, ma intanto senti bruciore “fantasma”.
4. Diagnosi – come si riconosce il piede a rischio?
Non serve la sfera di cristallo 🧙♂️, ma alcuni strumenti molto pratici:
- L’occhio del medico 👀
Già una visita accurata ci dice molto: pelle secca? Calli? Piccoli tagli? Colore diverso?
Particolare attenzione alle modifiche dei propri piedi come dita a martello, esposizione delle teste dei metatarsi o altre deformità
- Il monofilamento di Semmes-Weinstein
(tranquilli, non è una parolaccia, ma un filino di plastica che si appoggia sulla pelle).
Se non lo senti… i nervi non funzionano bene. - Il diapason 🎻
Vibra e si appoggia sull’alluce: se non percepisci la vibrazione → neuropatia sensitiva.
(Un po’ come ballare senza sentire la musica). - Controllo del polso pedidio e tibiale posteriore
Basta toccare l’interno della caviglia e il dorso del piede per vedere se arriva sangue. - Doppler o eco-color Doppler
Se il sangue non scorre bene, l’ecografia vascolare ce lo mostra chiaramente.
Morale: con esami semplici, rapidi, indolori possiamo capire se il piede è in pericolo molto prima che arrivi il guaio.
5. Le cure – che fare se il piede si ammala?
Se nonostante tutto compare una ferita o un’ulcera, niente panico, ma serve una cura decisa:
- Riposo e scarico del piede
Niente maratone o scarpe strette: il piede deve avere tempo di guarire.
Esistono scarpe speciali, plantari o “walker” che scaricano il peso. - Medicazioni moderne
Non più “cotone e cerotto della nonna”: oggi abbiamo garze avanzate che mantengono la ferita umida e aiutano la guarigione. - Antibiotici
Se c’è infezione, gli antibiotici diventano fondamentali. - Rivascolarizzazione
Se il problema è che non arriva sangue, i chirurghi vascolari possono “riaprire i tubi” con angioplastica o bypass. - Team multidisciplinare
Qui non basta un solo medico: servono diabetologo, infermiere esperte, chirurgo vascolare, ortopedico, podologo, tecnico ortopedico.
È come una squadra di calcio: ognuno gioca il suo ruolo per salvare il piede.
6. Prevenzione – Le “scarpe giuste” per il futuro
Qui arriva la parte più importante: il piede diabetico si può prevenire!
- Controllo quotidiano: guardarsi i piedi ogni giorno (o farseli guardare da un familiare).
- Igiene e cura: lavarli bene, asciugarli meglio (anche tra le dita).
- Taglio unghie: mai a punta, mai troppo corte → meglio limarle o farsi aiutare da un podologo.
- Scarpe comode: niente scarpe strette, tacchi a spillo o “pantofole da battaglia” con la suola bucata.
- Calze giuste: cotone o fibre naturali, senza cuciture dure.
- Niente fai-da-te: calli e duroni non vanno “scalpellati” in bagno.
- Visite regolari: il medico di famiglia dovrebbe sempre dare un’occhiata ai piedi, almeno una volta all’anno. Molti medici di gruppo affidano questo compito al proprio personale infermieristico che fa un lavoro eccezionale. Attento, scrupoloso e professionalmente ineccepibile.
7. Messaggio chiave
Il piede diabetico non è una “condanna”, ma un campanello d’allarme:
- Il piede è il nostro “mezzo di trasporto naturale”, tenerlo sano vuol dire continuare a camminare liberi.
- Con piccole attenzioni quotidiane si evitano grandi problemi.
- Alla visita diabetologica non dimenticare di parlare con lo specialista se avete problemi alla deambulazione o sentite dolori
- Un diabetico furbo guarda sempre in basso: ai suoi piedi!
PROSSIMO ARGOMENTO: IL CUORE TRA DIABETE E TIROIDE


Grazie Dottore per il momento mi sembrerebbe di non avere problemi grossi ai piedi. Cammino ancora molto ma sono qui in citta e l asfalto ammacca i piedi piu dei sentieri in camoagna, o montagna ; sono arrivato ache qui a vicenza ( sono ancora “ospite ” si fa per dire da mia madre 103 anni tra,15 gg e nessuna voglia di amdarsene dalla mia vita ) a fare anche 10 13 km a piedi con una media giornaliwra di 4 /5 km.
Lamento solo una ammaccatura sotto il piede sx dietro l alluce che risale a 6 anni fa circa ( forse microfrattuea ? ) mettendo male un puede dopo aver slrato un fossetto
e mai fatta controllare .soliti controlli con lancette e ago e ammetto qualche volta,sopra i 100 ma il piu delle volte dai 75 agli 87 90 . In complesso penso di essere ancora abbastanza a pozto.
Adesso ho le imoegnative per gli esami del sangue e appena rrovo un altra badante in sostituzione di quella che se ne e andata ci vedremo .
Grazie pwr l informativa che ho lerto con attenziobe e arrivederci a presto mi auguro
Alberto